lunedì 17 giugno 2013

130°Puntata - 12 anni fa ...


Estate del secondo anno di università, annus domini 2001. Finiti gli ultimi esami accettai l'offerta di lavoro del mio vecchio amico del liceo, Alberto, per lavorare nel bar che lui e la famiglia presero in gestione al centro commerciale "Le Terrazze" all'Axa.
Quel giorno, 17 GIUGNO 2001, ero come al solito nel turno pomeridiano, dalle 17 a chiusura, quindi fino alle 2 di notte.
Cavolo, non ci voleva, il giorno in cui la Roma poteva laurearsi Campione d'Italia dovevo lavorare ... quindi mi organizzo per andare a vedere almeno il primo tempo con il mio migliore amico Alessandro, a casa dei suoi nonni, romani e romanisti fino al midollo.
Arriviamo a Viale Marconi con auto separate, così poi io sarei potuto andarmene in autonomia. Entriamo in casa, Nonno Fonzi che per scaramanzia si butta il sale grosso alle spalle girando per casa, e Nonna Lidia che gli va dietro urlando e raccogliendo il sale con la scopa. Comincia la partita, tensione alle stelle, poi, Candela ruba palla, palla indietro rasoterra, arriva il Capitano, fulmine sotto al sette e Buffon battuto.1-0 ... e Nonno Fonzi che dopo un abbraccio mi lancia in aria manco fossi una manciata di riso all'uscita di un matrimonio. Quando mancano pochi minuti alla fine del primo tempo, anche Vincenzino Montella gonfia la rete, è il 2-0, ormai ci siamo!
All'intervallo entro in auto (la mitica 126 Bis Up di mia madre) e mi sento il secondo tempo per radio girando per una Roma deserta, calda e stranamente ferma, immobile, in attesa dell'urlo liberatorio. Da Viale Marconi supero l'Eur e prendo la Colombo dirigendomi verso il mare, all'altezza di Via di Decima mi fermo da un ambulante a comprare una bandiera della Roma, la infilo in auto ma nascosta dentro, perchè finchè l'arbitro non fischia non voglio ancora crederci. Arrivo al bar, mi parcheggio al solito posto, e rimango in auto fino alla fine ... al gol di Batistuta scoppio in lacrime come un bambino, in lacrime si, come Carletto Zampa che stavo ascoltando alla radio, che urlava" E'FATTA MARCE', E'FATTA MARCE'!!" parlando con Marcello Micci che stava seduto in tribuna stampa vicino a lui. Piangendo e singhiozzando chiamo i miei genitori e continuando a piangere condivido questa emozione con loro, ancora non ci credevo! A fine partita poi entro al bar, comincio a lavorare invidiando tutti quelli che passavano li a prendersi un caffè o un gelato mentre festeggiavano ... come avrei voluto essere lì con loro, in mezzo a loro, o col mio amico Alessandro che entrò allo stadio e si portò via un paio di zolle dell'olimpico ... ma quel giorno non lo dimenticherò mai. Visti i chiari di luna della attuale dirigenza, temo che passeranno anni se non decenni prima di rivivere queste emozioni, spero solo di non essere troppo vecchio quando riaccadrà!
Grazie Roma, e un pensiero al Presidente Franco Sensi che ha reso possibile quel sogno.
Alessandro

1 commento:

Anonimo ha detto...

Forse quest'anno il nostro grande amico Marcello griderà ancora E'FATTA CIAO DIEGO