lunedì 16 febbraio 2015

188°Puntata - Voglio andare a Cappadocia


"Voglio andare a Cappadocia, dalla zia Costanza. Mettimi sul mulo che sa la strada" scriveva GABRIELE D'ANNUNZIO nella sua opera "La Fiaccola sotto il moggio". Il Vate soggiornò al mio paese in gioventù, per respirare un po'di aria fresca e pura che migliorasse i sui problemi d'asma. Quella in foto è proprio la casa (o ciò che ne rimane) della Zia Costanza, dove soggiornò il grande letterato.
Bhè, in questi tempi mi sento un po'come lui. Avrei voglia di partire ORA, in questo momento. Lasciare questo ufficio, i suoi problemi, il computer, il caos cittadino, e rilassarmi a Cappadocia. Parte del mio DNA è Cappadociano, ci sono stato ogni anno dalla nascita ad oggi, estate o inverno, weekend o ponti, andare a Cappadocia è un po'come mettere le batterie in carica. Basta un po'di tempo lì, a respirare quell'aria, a sentire il profumo di quei vicoli, che è tipico, che non trovi da nessuna parte. Senti il profumo della legna da ardere, i camini accesi, l'aria che sa di boschi di faggio (intorno a Cappadocia c'è la più vasta faggeta di tutta Europa) e Castagni. Dopo ogni pioggia c'è un odore spettacolare, di terra e foglie che ti fa tornare indietro nel tempo. Mi manca, ci manca ... dovevamo andarci lo scorso weekend per il compleanno di Chiara, ma poi causa neve e possibili chiusure dell'autostrada, siamo rimasti a Roma. Spero di riuscire ad andarci prima possibile ... Voglio andare a Cappadocia.
Alessandro


Voglio andare a Cappadocia
dalla zia Costanza.
Mettimi sul mulo che sa la strada.
Ah come si respira bene
nei boschi di castagni!
Voglio ancora il mio schioppo
e i miei cani pezzati, bianchi e neri,
bianchi e falbi;
e quei belli occhi franchi,
e quelle orecchie belle come il velluto;
e le sorgenti fredde del Liri
tra i macigni, dove scendono
e salgono le donne
con le conche sul capo;
e quella stanza bianca dove si dorme
in pace tra l’armadio e il canterano
che stanno cheti senza chiacchierare
e sanno di lavanda.
Voglio tornare là.

giovedì 12 febbraio 2015

187°Puntata - Se non sarà sereno...



And for any day that stings, 
two better day it brings.
Nothing is as bad, as it seems.
Alessandro

martedì 10 febbraio 2015

186°Puntata - Please Wait ...


Quando aspetti (qualcosa, qualcuno, una notizia, una risposta ...) e arrivi agli sgoccioli, al limite dell'ora "X", non c'è niente da fare, il tempo si ferma e non passa più!
Ale

giovedì 5 febbraio 2015

185°Puntata - Mi girano gli ingranaggi


C'è una puntata dei Griffin nella quale Peter diventa famoso perché conduce una rubrica televisiva dal titolo "SAPETE COSA MI FA DAVVERO GIRARE GLI INGRANAGGI?" in cui critica in modo qualunquista dei comportamenti degli altri che lo infastidiscono.
Bhè, stamattina mi girano gli ingranaggi per alcuni motivi (si lo so, sto diventando vecchio e queste lamentele sono tipiche dei "nonni") ... il primo è l'insipienza dei guidatori che ho incontrato stamattina andando a lavorare. Ho rischiato un incidente a causa di una mamma che dopo aver lasciato il figlio a 10 centimetri dall'ingresso di una scuola (ovviamente, scherzi a fargli fare qualche passo a piedi...ti si consuma il pargolo), riparte ed occupa la strada senza mettere freccia e senza guardare se ci fossero già altre macchine. Se non avessi inchiodato mi avrebbe preso in pieno. Ed il bello è che se provi a dire qualcosa, ti guardano o allibite (come per dire: ma che ho fatto?) o ti mandano a quel paese.
L'altra cosa che mi fa girare gli ingranaggi è l'uso che si fa della nostra lingua ITALIANA ... basta leggere dei forum su internet, dei commenti on line ad articoli sulle edizioni web dei giornali ... ma che popolo siamo diventati? Non sappiamo (anzi non sapete, ignoranti) più scrivere, ma le avete frequentate le elementari? Non parlo solo di mancanza di lessico (alcune parole non si usano più e nemmeno si conoscono), ma di grammatica basilare. Uso del verbo avere senza la "H" (tipo " io o visto una cosa"), abbreviazioni da bimbiminkia che mandano sms ( qcs al posto di qualcosa, nnt al posto di niente ...). 
Guardiamo in faccia la realtà, la crisi italiana non è solo economica, è una crisi di educazione e di cultura generale. Basta guardare qualche documentario in cui appaiono delle interviste alle persone comuni girati una quarantina di anni fa: queste persone, anche le più umili, avevano un lessico ed un utilizzo della lingua italiana che oggi a stento hanno i laureati. Utilizzo del passato remoto, congiuntivi, condizionali, parole belle e non scontate ... ormai parliamo tutti una pseudo-lingua fatta di pochissimi vocaboli e forme verbali. 
Ma non si insegna più l'italiano nelle scuole? Ma soprattutto, in famiglia, che lingua si parla? A me piace il vernacolo Romano ed Abruzzese, con gli amici a volte viene spontaneo utilizzare frasi idiomatiche in dialetto (agli amici abruzzesi non chiedo mai COME STAI ma GNA SHTIE'?), ma parlando con altre persone, o con i colleghi, o nel mondo del lavoro, tendo ad avere un italiano corretto (me lo confermarono anche i clienti di Como, secondo i quali non sembravo nemmeno Romano). Sempre più spesso sento famiglie che parlano con i loro bambini in modi atroci, anche con parolacce (io tifo Roma, lo sapete, ma in occasione dell'ultima partita vista allo stadio ho visto un papà che si complimentava con il figlio piccolo di 4/5 anni che aveva appena detto lazio merda, ed è assurda una cosa del genere...il giorno che avrò un figlio e lo sentirò dire parolacce, di sicuro non gli farò un applauso).
Un trasferimento all'estero, seppur doloroso, sarebbe una scelta da fare non tanto per me, quanto per i futuri figli. Questo paese ormai si sta imbarbarendo sotto ogni punto di vista. Eravamo un'eccellenza mondiale, in tantissimi campi, ora siamo il fanalino di coda. E questa cosa mette enorme tristezza.
Alessandro